Dolore pelvico
Definizione
Si definisce dolore pelvico (o Pelvic Girdle Pain, in seguito PGP) il dolore di origine muscoloscheletrica percepito inferiormente alla cresta iliaca posteriore e superiormente alla piega glutea; la localizzazione più frequente del dolore è in regione sacroiliaca.
Il dolore, inoltre, può sia irradiare posteriormente alle cosce che manifestarsi sulla sinfisi pubica.
Sebbene la definizione di PGP si basi esclusivamente sulla localizzazione del dolore, le strutture del bacino che possono generarlo sono:
• l'articolazione sacroiliaca e i suoi legamenti
• l'articolazione sacrococcigea e i suoi legamenti
• la muscolatura del bacino
• i legamenti del bacino
• la sinfisi pubica (disfunzioni e diastasi della sinfisi pubica sono le condizioni incluse nel PGP)
Soggetti a rischio
Il PGP si manifesta frequentemente
• in gravidanza
• nel periodo del post-parto
• in seguito a traumi
• in associazione a patologie artritiche (ad esempio, spondilite anchilosante)
• in caso di artrosi
Segni e sintomi
Oltre al dolore, la paziente riferisce una ridotta capacità nello stare in piedi, nel mantenere la posizione seduta a lungo e nel percorrere lunghe distanze a piedi.
Cause
Si ritiene che a causare il dolore del PGP sia il risultato di uno squilibrio biomeccanico del bacino che ne inficia la stabilità.
Normalmente, tale stabilità è garantita da diversi elementi tra loro in relazione e in grado di compensarsi continuamente in differenti situazioni, sia statiche che dinamiche.
Questi elementi sono:
• la congruenza articolare
• le proprietà meccaniche dei legamenti
• la forza e la coordinazione muscolare
• il sistema di controllo neuromotorio
A causare l'instabilità alla base del PGP non è un'unica causa ben riconosciuta ma una serie di concause.
Infatti, gli studi scientifici non riportano cause in grado da sole di provocare il PGP, evidenziano invece come sia la concomitanza di alcune condizioni a determinare l'insorgenza di questa condizione dolorosa.
Ad esempio, durante la gravidanza l'ormone relaxina riducendo la resistenza alla tensione dei legamenti pelvici espone la gestante al rischio di PGP se viene a mancare un corretto compenso delle catene muscolari e del sistema di controllo neuromotorio.
Negli studi esistenti, difatti, non è stata identificata una correlazione diretta tra l'aumentata mobilità delle articolazioni pelviche (come avviene per effetto della relaxina) e il dolore del PGP, riscontro che suggerisce quanto sia più importante l'azione complessiva di tutti gli elementi della stabilità pelvica anziché l'insufficienza funzionale di una o più parti di essi per determinare l'insorgenza del PGP.
Alla luce di tali evidenze, si ritiene quindi che la causa del dolore pelvico sia multifattoriale.
Epidemiologia
Gli studi condotti con le gestanti, riportano che circa il 20% (2 gestanti su 10) soffre di dolore pelvico.
Questo dato rispecchia fedelmente la realtà poiché ottenuto da studi con buoni metodi d'indagine.
Per le altre categorie di soggetti, invece, i dati sono meno affidabili e si limitano a suggerire che circa il 13% dei pazienti con mal di schiena sono in realtà affetti da PGP, riportando l'articolazione sacroiliaca del bacino come l'origine del dolore.
Fattori di rischio
Per le gestanti, la probabilità di incorrere in PGP è più alta in presenza dei seguenti fattori di rischio:
• aver sofferto di mal di schiena in precedenza
• aver subito traumi al bacino in precedenza
• pluripara
• attività lavorative ad alto carico
Sempre per le gestanti, inoltre, gli studi evidenziano come non sono fattori di rischio: l'assunzione della pillola contraccettiva, l'intervallo di tempo trascorso dall'ultima gravidanza, l'altezza, il peso, il fumo e l'età (solo uno studio riporta la giovane età come un possibile fattore di rischio).
Per le altre categorie di soggetti, invece, non esistono studi che abbiano identificato i loro fattori di rischio per il PGP.
Diagnosi
La diagnosi del PGP è principalmente di tipo clinico.
La precisa localizzazione del dolore, l'identificazione dei fattori aggravanti e l'esecuzione di specifici tests sono gli elementi sufficienti per la diagnosi, soprattutto con le gestanti e con le donne nel post-parto.
Solo con pochi pazienti si rendono necessarie le indagini strumentali, come, ad esempio, nei casi di sospetta spondilite anchilosante o di artrosi delle articolazioni sacroiliache.
In questi casi, il metodo d'indagine preferito è la risonanza magnetica nucleare (RMN) poiché le radiografie (Rx) possono non riscontrare gli stati iniziali di condizioni infiammatorie o degenerative e la tomografia computerizzata (TAC) espone a radiazioni ionizzanti senza apportare informazioni aggiuntive a quelle ottenibili con una RMN.
Diagnosi differenziale
Ci sono condizioni patologiche che possono manifestarsi in maniera simile al PGP per localizzazione del dolore. Alcune di queste condizioni sono più gravi del PGP ed è quindi importante considerarle in fase di valutazione.
• patologie urogenitali
• infezioni delle vie urinarie
• patologie gastrointestinali
• osteite della sinfisi pubica
• lesioni sifilitiche del pube
• ernia del disco lombare
• radicolopatia lombare
• spondilolisi
• spondilolistesi
• reumatismi
• sciatica
• stenosi della colonna spinale
• tubercolosi
• fratture della sinfisi pubica
• distorsione dell'articolazione sacroiliaca
• corioamnionite
• trombosi delle vene femorali
• parto pre-termine
• distacco placentare
• dolore legamento rotondo
• tumori dell'osso e dei tessuti molli
• artrite della colonna lombare
I 5 tipi di PGP per le gestanti e le puerpere
Per le gestanti e le puerpere con PGP, esiste un'esclusiva classificazione basata sulla localizzazione del dolore.
Tale classificazione prevede 5 tipi di dolore pelvico correlato alla gravidanza:
TIPO 1 (o sindrome del cingolo pelvico)
il dolore è presente nel bacino anteriore e posteriore, sulla sinfisi pubica e su entrambe le sacroiliache
TIPO 2 (o sindrome sacroiliaca bilaterale)
il dolore è presente nel bacino posteriore e su entrambe le sacroiliache
TIPO 3 (o sindrome sacroiliaca monolaterale)
il dolore è presente nel bacino posteriore e su un'unica sacroiliaca
TIPO 4 (o symphysiolysis)
il dolore è presente sul bacino anteriore e sulla sinfisi pubica
TIPO 5 (o forma mista)
il dolore non è ben localizzato sul bacino o non attribuibile a strutture muscoloscheletriche pelviche.
Prognosi
I dati esistenti, suggeriscono che dopo il parto il PGP assume una natura autolimitante: in alcune puerpere il dolore si risolve del tutto anche senza ricorso a terapie.
Ad esempio, riportando i dati di uno degli studi esistenti, a 11 e 23 settimane post-parto la percentuale di puerpere con PGP è rispettivamente del 16% e 7%; percentuali quindi più basse del 20% normalmente osservato per il periodo gestazionale.
In un altro studio, le percentuali di donne affette da PGP nel periodo post-parto sono state le seguenti:
• del 3% a 1 mese e a 3 mesi
• del 2% a 6 mesi e a 1 anno
• dell'1% a 18 mesi e a 2 anni
Quindi, sebbene basse come percentuali, ci sono donne che purtroppo soffrono di dolore pelvico a distanza di un anno e più dal parto.
È soprattutto a queste donne che va rivolta l'attenzione per comprendere i motivi per cui il PGP in loro persiste e aiutandole quindi con le adeguate terapie.
Per le altre categorie di soggetti, i dati relativi alla prognosi si confondono con quelli dei pazienti con mal di schiena.
Terapie
Esistono diverse forme di terapia per il PGP
BIBLIOGRAFIA
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